Testimonianze
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Buongiorno a tutti.

Sono Mario G. Ho 48 anni e da circa 10 anni che faccio parte come voi dell’Associazione Over 40.

Tutti quanti noi stiamo vedendo la triste realtà che ci circonda: continua crisi, perdita di posti di lavoro, difficoltà estrema per chi come noi si trova a “pretendere” una nuova ricollocazione quando non si è più “giovani”. Chissà quante volte ci siamo sentiti dire queste cose dalle varie agenzie del lavoro cui ci siamo rivolti.

Personalmente ho sempre cercato di oppormi a tutte queste “regole” puntando sia sulla formazione continua (corsi di lingue, di Marketing, Vendite) che cercando di essere sempre presente in modo “attivo” sui vari Social Network (Linkedin, Facebook).

Non vorrei scoraggiare nessuno ma oramai, per esperienza personale, non nutro più nessuna speranza di trovare lavoro in Italia, tramite Agenzie del lavoro Italiane. Questo vale sia per i giovani che per i meno giovani. E’ inutile fare nomi. Le conosciamo tutte. All’inizio pensavo di sbagliarmi; invece, con il passare degli anni ho avuto la triste conferma.

Perché allora Vi sto scrivendo? Perché voglio che Voi non vi sentiate “vecchi” o da buttare via. La Vostra esperienza è senz’altro utile, solo che è come una lettera che deve essere affidata al vettore giusto.

Voglio condividere con tutti Voi quello che mi è successo negli ultimi mesi.

Bisogna diventare abili venditori di se stessi!

E’ da agosto che sono stato contattato da varie agenzie del lavoro, straniere (Svizzere, UK). Tutto questo è frutto di un lavoro che ho cominciato diversi anni fa e che adesso sta cominciando a dare i suoi frutti.

Il tutto nasce dal giusto uso di Linkedin.

Prima regola è crearsi un profilo in lingua Inglese. In Italiano, non serve a nulla! Linkedin non ve lo dirà mai, per non perdere l’iscrizione di chi padroneggia solo la lingua italiana.

Un profilo in Inglese viene visto da ogni selezionatore del mondo. Questo significa preparare ed allegare alla bisogna un C.V. in Inglese.

Seconda regola: se voglio puntare su un’azienda debbo prima vedere se è presente in Linkedin e se, dopo, ama avere dei sostenitori (followers). Se è presente l’opzione “Follow”selezionarla, senza nessuna esitazione. In questo modo, i vari selezionatori (soprattutto quelli di quell’azienda) cominceranno a tenere in considerazione il nostro profilo. Significa che siamo si su Linkedin, ma facciamo capire anche ad altri la nostra appartenenza (cosa ci piace seguire, se siamo amanti della tecnologia, etc.).

Terza regola: iscriversi a vari gruppi di discussione. Ce ne sono tanti. Se vorrei andare a lavorare in Svizzera c’è “Lavoro in Svizzera”; se mi interessa il Marketing ce ne sono tanti, sia italiani che stranieri.

Quarta regola: una volta fatte queste cose, devo essere presente in modo ATTIVO: è importante lanciare all’interno di ogni gruppo delle domande, o rispondere a quelle lanciate da altri.

E’ inutile essere iscritti a 10 gruppi se dopo rispondo solo ad 1. I vari selezionatori quando devono cercare un candidato vanno a vedere all’interno di Linkedin quanto attivo esso sia.

Quando si capisce che si sta seminando bene? Quando cominciano ad arrivare tante richieste di adesione alla rete di altre persone, soprattutto quando a richiederlo sono dei recruiter (stranieri).

E’ quello che è accaduto a me negli ultimi 5 mesi. Sono stato contattato da due diverse agenzie Svizzere, UK

Ad es. la ITHR Group

http://www.ithr.co.uk (sito aziendale)

https://www.linkedin.com/company/ithr-group-plc (segui l’azienda su Linkedin)

e la RIZE

http://www.rizeworldwide.com (sito aziendale)

http://www.rizeworldwide.com/register-index (registrati con linkedin)

è importante non solo rispondere alle loro richieste di personale, ma anche depositare il C.V.

Subito dopo aver accettato la loro richiesta di entrare nella loro rete sono stato contattato al telefono proprio dal selezionatore che mi ha inviato prima l’invito, per chiedermi se ero disposto a partecipare ad una selezione per varie multinazionali.

Se andate a visionare il loro sito, vi accorgerete che sono delle serie agenzie di recruiter che sono in grado di poter trovare lavoro in qualsiasi Paese del mondo. Capito bene? Anche in Italia, se dovesse arrivare a loro la richiesta di un’azienda Italiana.

La cosa che “sorprende” è che queste agenzie seguono passo dopo passo il candidato, durante la selezione.

A Dicembre sono stato contattato per poter andare a lavorare in Germania, presso una grandissima multinazionale dell’elettronica di consumo. Nel giro di una settimana, per poter inviare il mio profilo all’azienda cliente mi ha inviato documentazione su

 

  • come ottenere la residenza e assicurazione sanitaria in Germania
  • come trovare casa
  • come calcolare il mio stipendio netto
  • come pagare le tasse
  • copia del contratto iniziale (2 anni a tempo determinato, da trasformare dopo in indeterminato)

 

alla fine l’agenzia ha inviato il mio nominativo all’azienda cliente.

Passo dopo passo il selezionatore mi ha condotto per "mano" fino al giorno del colloquio con un responsabile dell’azienda (intervista telefonica, in lingua Inglese).

Per ogni passaggio, il selezionatore mi richiamava, per avere da me un feedback, un punto di vista (ad es. com’è andato il colloquio con il resp. Marketing?).

Capite perché dico che non nutro nessuna speranza per le varie agenzie Italiane?

Sono anni che non vengo contattato da loro neanche per un colloquio, mentre ho "scoperto" che all’estero, profili come il mio sono molto ricercati. Avete mai parlato con un HR di qualche agenzia italiana? Ricevono il mandato dalle aziende di ricercare dei candidati quando non sanno nulla delle competenze richieste. Come potranno mai cercare quello che non "vedono" e che non conoscono?

Se mi permettete voglio raccontarVi un episodio accaduto nel 2007.

Volevo cambiare azienda. Da solo, faccio una ricerca su Internet, seleziono un brand, molto noto in Italia, E’ presente con centinaia di agenzie. Seleziono per Milano la sede competente al mio lavoro e mi reco quindi sul posto. Premetto che quella era la sede specializzata nel trovare lavoro SOLO nel settore informatico. Quindi, anche se avevo una loro filiale sotto casa, ho dovuto per forza recarmi in quella sede. Ho la "fortuna" di parlare proprio con la responsabile. Registra il mio profilo all’interno del database. Vedendo il mio CV disse:"Con un profilo come il suo e con due Certifiche Cisco, la piazzo io…".

Giorni dopo mi contattò telefonicamente, dicendomi che mi aveva fatto avere un colloquio proprio in Cisco Italia. Non riuscivo a crederci!

Peccato che giunto in azienda mi accorsi che si trattava invece della Cisco Trasporti Italia!!!!

Non centrava proprio nulla con il settore informatico.

E di esempi del genere ne potrei citare tanti altri.

Basta, invece, iscriversi anche alle maggiori agenzie del Canton Ticino, per capire la differenza su come lavorano certi selezionatori, pur appartenendo magari allo stesso gruppo Europeo.

C’è maggiore attenzione sia per le aziende che per i candidati. Quando dicono :"Le facciamo sapere" anche se debbono darti una risposta negativa, te la danno.

Nel mio caso, sono andato vicinissimo all’assunzione. Pazienza. Andrà meglio la prossima volta.

Mai farsi prendere dallo sconforto. Bisogna sempre guardare avanti, crederci, affidarsi alle persone giuste e approfondire la conoscenza di qualche lingua (Inglese, Tedesco).

In questo momento so che stanno cercando molte figure nel commerciale, in Germania. Significa fare dei sacrifici. Personalmente sono sposato ed ho una figlia di 16 anni. A nessuno piace lasciare la propria famiglia, il proprio Paese, ma se è necessario, bisogna farlo, senza nessuna esitazione.

Per chi volesse, su Facebook ci sono vari gruppi, tipo “Italiani a Dusseldorf” (ma ce ne sono simili in altre città tedesche) costituite da persone Italiane che si aiutano tra di loro e che aiutano chi ad es. vorrebbe arrivare lì e non sa come fare per dividere un appartamento, trovare un primo lavoro, etc.

Consiglio a tutti di iscriversi a questo gruppo e a provare a leggere i vari commenti.

Vi dico subito che per chi come me ha una mobilità attiva (percepisce un assegno di disoccupazione) o l’ha temporaneamente sospesa (perché sta lavorando in somministrazione), andare in Germania significa perdere la mobilità stessa. Pertanto per chi vive questa situazione è necessario andare all’estero con la richiesta di un’azienda già in tasca.

 

Sono a Vostra disposizione per poter dare qualche consiglio o ulteriore chiarimento.

 

Cordiali saluti

Mario G.

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