Testimonianze
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Con la presente intendo dare evidenza di quanto in oggetto ai fini del ricollocamento di personale, momentaneamente fuori dal circuito aziendale.

Tale situazione coinvolge, ad oggi, molte persone over 50 che per svariate ragioni quali scelte proprie o imposte, si trovano in questa condizione.

La mia esperienza personale è stata in questo ambito, per una scelta propria ma dovuta a una situazione professionale di nuovo asset aziendale. 

A metà del 2007 ho ricevuto una proposta professionale per responsabile acquisti da un gruppo aziendale con headquarter in una regione del Nord Italia, localizzata nel famoso Nord–Est. 

Questo gruppo manifatturiero specializzato nella costruzione di macchinario industriale utilizzato nel trattamento della lavorazione del metallo, dopo aver trasferito una sua unità operativa localizzata in Lombardia zona ovest ad un’altra in zona Est, intendeva ricreare una filiera d’acquisto di alimentazione della produzione in questa ultima unità.

Pertanto a fronte di un allettante proposta economica rispetto a quella che avevo, decisi di accettare e di conseguenza andai a lavorare presso di loro. 

Passati  6 mesi una sera la direzione mi comunica che il mio servizio acquisti sarebbe  stato trasferito all’head quarter del gruppo di lì a meno di un mese, dato che essendo arrivati finanziamenti regionali agevolati a suo tempo richiesti dalla proprietà, intendevano ampliare gli immobili presenti nel Nord-Est e accentrare il mio servizio acquisti in quello già esistente in quella sede. 

Pertanto mi trovavo dalla sera alla mattina, a inizio 2008, nel decidere se trasferirmi in quella regione o trovarmi un altro posto di lavoro in meno di un mese. 

La mia condizione familiare con figli piccoli e padre anziano malato a carico, non mi permettevano moralmente tale scelta imposta. 

Pertanto mi sono licenziato in quanto la direzione non mi dava il tempo di ricollocarmi in Lombardia ma imponeva ipse dixit il trasferimento coatto.

Inoltre, anche professionalmente, la nuova posizione era subordinata al responsabile di divisione acquisti esistente e uomo storico aziendale: praticamente diventavo il 1° della  3° fila. 

Nella nuova condizione, iniziavo saltuarie collaborazioni di consulenza tramite il mio network relazionale costruito in 30 anni di carriera sempre in crescita con esperienze di lavoro all’estero in Europa e Usa e una attività di consulenza a progetto più consistente per circa un semestre. 

Però avendo ancora più di 10 anni di lavoro ai fini pensionistici, non potevo contare sulla sola attività di consulenza. 

Mi sono iscritto all’organizzazione Over 40 e, in un incontro personale con il ns. presidente sig. Zaffarano, è emerso un contatto di ricerca persona immediato che dopo selezione mi ha dato la possibilità di essere ancora ad oggi  un dipendente di una azienda manifatturiera.

Gli aspetti che voglio evidenziare dell’organizzazione Over 40, emersi nella mia recente ma passata esperienza professionale sono :

a) un buon network relazionale, ben alimentato e gestito dal ns. presidente
b) imprenditori seri e con esperienze manageriali alle spalle in tale network
c) Immediatezza dei contatti, senza cavilli burocratici
d) La ns. organizzazione è ben inserita , nelle manifestazioni ed eventi la cui tematica dibattuta è materia principe dell’esperienza da me vissuta 

 

Gli aspetti che invece voglio evidenziare , nella galassia del circuito di persone in condizione  extra aziendale , sono : 

a) società di outplacement che chiedono, tramite canali diciamo "off-shore", alte cifre ante prestazione ai malcapitati
b) personale in ambito di tale società, che in presenza di noi over 50,  ci dipinge come residuati professionali  di un passato non più appetibile.
c) una situazione aziendale di scarsa vivacità nella domanda di personale professionale middle –up.
d) mancanza di spendibilità della nostra moneta professionale, in un circuito dove l’essere professionalmente middle-up è una colpa e non un pregio. 


Non so a cosa sia imputabile questa situazione , dato che sull’argomento ne ho sentite di tutti i colori  e per mia natura preferisco concentrami sulla soluzione del problema e non disquisire filosoficamente (non sono la persona adatta a far filosofia) delle cause che l’hanno causato ma da “ uomo di strada “ e con mentalità pragmatica ritengo che questa nostra società e tanti industriali o manager non abbiamo più la mentalità da  Italia  dei “ cappoti rivoltati “, dove del rischio imprenditoriale  è  bello  disquisire , ma lo lasciamo sempre agli altri. 

Dopo aver letto sull’Espresso del 3 Luglio 2008 una interessante inchiesta del Politecnico di Milano, in cui solo una minima percentuale delle aziende PMI Italiane ritiene necessario un laureato in azienda, per ruoli middle-up, vi lascio con questa mia domanda:

Se unite anche, come sopra evidenziato, la scarsa propensione all’assunzione di over 50 middle-up ricchi di esperienza professionale da trasmettere e così immediatamente operativi nel contesto aziendale, dove sta andando la nostra economia industriale? 

Grazie del tempo che dedicherete alla lettura i questa mia riflessione ma personalmente un grande grazie con molta emozione, a Over 40 e al nostro presidente sig. Giuseppe Zaffarano, quali artefici unici della bella e veloce risoluzione trovata al mio problema professionale. 

 Cordialmente

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