L’Associazione Lavoro Over 40 è nata grazie alla determinazione di un gruppo di persone che hanno vissuto sulla propria pelle la disoccupazione in età matura con difficoltà infinite al reinserimento lavorativo, e che hanno deciso di dare voce a queste difficoltà, raccogliendo da subito un buon gruppetto di soci e simpatizzanti.
Da qui la volontà di unire le forze per analizzare il fenomeno e cercare soluzioni che facilitino nuove progettualità ed idee, non in sovrapposizione con le politiche dei centri per l’impiego o con i canali Istituzionali delle Province o Regioni, ma possibilmente in collaborazione con essi ed enti istituzionali, per stimolare il mondo politico a promuovere soluzioni legislative proponendo forme occupazionali anche a breve termine in attesa che vengano trovate soluzioni adeguate a medio-lungo termine.
Infatti, allo stereotipo di moltissime aziende che rifiutavano, ed ancora oggi rifiutano, il lavoratore maturo, si accompagnava anche una mancanza di strumenti legislativi, idonei a sostenere queste persone, nonché una sordità del sindacato, che assecondava invece le politiche di dismissione dei lavoratori maturi in accordo con le associazioni di categoria.
Il risultato? Una fascia di persone over 40 completamente dimenticata. Ecco perché occorreva fare emergere la propria voce.
L’associazione è perciò impegnata sul versante della discriminazione che un lavoratore maturo deve affrontare nel reinserimento lavorativo: un problema socio economico fino ad ora sottovalutato, ancorché complesso almeno quanto quello della disoccupazione che non è solo giovanile (15-24 anni) ma che, dati alla mano, interessa in termini percentuali la maggior parte della popolazione in età matura ed ancora lavorativa (70% dei disoccupati).
Chi si rivolge all’associazione, per quali motivi e com’è cambiato negli anni l’utente dell’associazione
L’associazione viene contattata da persone - che si trovano in diverse situazioni lavorative, o meglio non lavorative: disoccupati di lunga durata, persone in CIG, mobilità - che si aspettano una esclusione dal mondo lavorativo a breve, lavoratori che sono in mobbing; insomma persone che provano una sofferenza lavorativa e che non riescono più a ritrovare la loro dignità di lavoratore, e l'identità di uomo. Non esiste una tipologia precisa: si presentano donne, uomini, operai impiegati, dirigenti, direttori, ex artigiani, lavoratori autonomi. Una panorama umano quindi; sono accomunati da due elementi: l’aver perso la loro sicurezza con poca speranza di riconquistarla e il non vedere un futuro per sé e per i propri cari. Un panorama che mostra tutti i lati di difficoltà, e a volte di tragicità, nel vivere tale condizione di difficoltà, con l’aggravante di avere avanti a sé un muro fatto di incomprensione ed un rifiuto spesso secco al reinserimento con la conseguenza di sentirsi zavorra e relegato ai margini della società.
Negli anni l’utente non è cambiato molto: mostra sempre le medesime difficoltà ma in un mondo in crisi che accentua ancor più le criticità dei lavoratori maturi al pari e ancor più di quelle dei giovani.
Chi si rivolge all’Associazione Lavoro Over 40, non trova un agenzia di collocamento, ma persone competenti in materia di ricerca lavoro e reinserimento degli over 40, che volontariamente, danno un contributo per sviluppare sinergie e idee finalizzate al ricollocamento di professionalità spesso abbandonate.
Per questo si è ritenuto e si ritiene necessario creare un network tra i lavoratori over 40 disoccupati che vivono in prima persona il processo di esclusione dal mondo del lavoro.
E tutto questo a causa della loro età, in un quadro in cui a essere violata non è solo la legge (DLGS 216/03) ma, ancor prima, in cui è negato il valore della propria esperienza personale professionale e la ricchezza del CAPITALE UMANO di cui è portatore il lavoratore maturo.
Come si caratterizza la disoccupazione adulta rispetto a quella giovanile e cosa comporta per un adulto essere disoccupato
Limitando l’analisi ai solo Over 40 parliamo di oltre 1,5 milioni di persone, Over 40 disoccupati e scoraggiati (coloro che hanno rinunciato a cercare lavoro) che sono totalmente dimenticati, emarginati, relegati a zavorra in balia delle bizze del mercato.
Parliamo di lavoratori disoccupati, non tutelati o tutelabili dalle forze sindacali, il cui valore, in assoluto, è costantemente superiore a quello della classe dei giovani (classe 15/24 anni), fino alla soglia dei 54 anni, con l'aggravante che gli Over 40 devono appunto sostenere i giovani e spesso gli anziani genitori.
Dalle rilevazioni ISTAT si dimostra in modo inequivocabile che la disoccupazione in età matura, pur essendo in valore percentuale basso, ha una numerosità SUPERIORE alla disoccupazione giovanile. E su questo versante nessuno se ne preoccupa o quantomeno le preoccupazioni sono superficiali.
Nessuno considera che la disoccupazione in età matura comporta gravi conseguenze sociali. Infatti se la disoccupazione giovanile può resistere è proprio grazie all'apporto e sostegno dei genitori. Ma se questi perdono il lavoro anche i giovani ne sono gravemente colpiti. Altrettanto dicasi se parliamo di anziani. Infatti i lavoratori in età matura (over 40/50/60) sostengono spesso i genitori anziani. E se il lavoratore in età matura perde il posto come fa a sostenere gli anziani? Senza poi contare i devastanti effetti personali di perdita di dignità e identità.
Insomma siamo veramente sicuri che il vero problema siano i giovani? In prospettiva certamente sono una preoccupazione, ma occorre far fronte ad una emergenza attuale che è la disoccupazione dei lavoratori maturi (over 40/50/60), quali cardine della famiglia.